Dopo Honda (1959), Suzuki (1960) e Yamaha (1961), la Kawasaki è stata l’ultima delle quattro grandi giapponesi ad approdare al Motomondiale, nel 1965; la prima vittoria, ed il primo titolo, arriveranno 4 anni dopo, nel 1969. Dopo quel primo titolo, tra il 1978 ed il 1982 la Kawasaki riuscì a conquistarne altri 4 nella classe 250 e 4 nella 350 ma è l’unica delle giapponesi che non ha mai primeggiato nella Top Class.

Il Gran Premio di Germania, secondo appuntamento del Campionato 1969, si svolse l’11 maggio sul circuito di Hockenheim.

Quel Gran Premio viene ricordato perché fece registrare la vittoria dell’accoppiata Dave Simmonds – Kawasaki 125, prima vittoria iridata sia del pilota che della casa giapponese.

Dopo Honda (1959), Suzuki (1960) e Yamaha (1961), la Kawasaki è stata l’ultima delle quattro grandi giapponesi ad approdare al Motomondiale, nel 1965; la prima vittoria, ed il primo titolo, arriveranno 4 anni dopo, nel 1969. Dopo quel primo titolo, tra il 1978 ed il 1982 la Kawasaki riuscì a conquistarne altri 4 nella classe 250 e 4 nella 350 ma è l’unica delle giapponesi che non ha mai primeggiato nella Top Class.

Il Gran Premio di Germania, secondo appuntamento del Campionato 1969, si svolse l’11 maggio sul circuito di Hockenheim.

Quel Gran Premio viene ricordato perché fece registrare la vittoria dell’accoppiata Dave Simmonds – Kawasaki 125, prima vittoria iridata sia del pilota che della casa giapponese.

Oltre che per quello storico successo il Campionato del 1969 viene ricordato anche per le novità sia nel regolamento tecnico (le moto partecipanti alla classe 50 dovevano essere esclusivamente monocilindriche e il numero dei rapporti al cambio veniva limitato a sei) che nel regolamento sportivo (passavano da 6 a 10 i piloti che raccoglievano punti in gara, ma continuavano ad essere calcolati gli scarti).

Ricordiamo alcuni eventi di quell’anno che, seppur in diversa misura, hanno inciso sulla storia del Campionato del Mondo:

  • la tragica scomparsa durante le prove del Gran Premio della Germania dell’Est di Bill Ivy, deceduto a causa del grippaggio del motore della sua Jawa350;
  • il titolo della “quarto di litro” conquistato da Kel Carruthers su Benelli, ultimo di una moto a quattro tempi/quattro cilindri nella 250; a partire dal 1970 per i motori delle 125 e delle 250 scatterà il limite dei due cilindri;
  • il Gran Premio delle Nazioni non si disputò, per la prima volta dal 1949, a Monza ma ad Imola; ciò provocò l’ira del Conte Domenico Agusta che non fece partecipare le sue moto all’evento;
  • un altro evento, che ebbe risvolti significativi sull’esito del Campionato della 250, fu la caduta di Renzo Pasolini nel corso delle prove della 350 che gli procurò la frattura di una clavicola impedendogli di partecipare anche ai due successivi Gran Premi, Francia e Tourist Trophy, compromettendogli le possibilità di concorrere per il titolo iridato.

Nella classe 50 ricordiamo il primo titolo iridato di Angel Nieto e della Derbi; un campionato molto combattuto che vide come più accaniti oppositori di Nieto due piloti olandesi, Aalt Toersen su Kreidler e Paul Lodewijkx con l’artigianale Jamathi.

Della classe 125 abbiamo già parlato per ricordare l’oggetto di queste note, ovvero la prima storica vittoria iridata della Kawasaki. La conquista del titolo da parte di Simmonds fu netta e meritata con 8 vittorie e due secondi posti sulle 11 prove disputate, ma è giusto ricordare che fu agevolata anche dalla assenza delle squadre ufficiali degli altri tre costruttori nipponici.

Come nella classe 50, anche nella classe 250 in titolo fu oggetto di un acceso confronto; si sviluppò infatti una lotta a tre tra Kel Carruthers (Benelli), Kent Andersson (Yamaha) e Santiago Herrero (Ossa) con Renzo Pasolini, inizialmente maggior candidato alla vittoria, a fare da ago della bilancia. Il titolo verrà assegnato solo all’ultimo GP, in Jugoslavia, a Carruthers che darà alla Casa di Pesaro il secondo titolo mondiale della sua storia dopo quello di Ambrosini del 1950.

Giacomo Agostini e la MV Agusta dominarono nelle classi 350 e 500; i secondi classificati, Silvio Grassetti nella 350 (Yamaha e Jawa) e Gyula Marsovszky nella 500 con l’artigianale LinTo, finirono il campionato con la metà dei punti di Agostini.

Oltre che per quello storico successo il Campionato del 1969 viene ricordato anche per le novità sia nel regolamento tecnico (le moto partecipanti alla classe 50 dovevano essere esclusivamente monocilindriche e il numero dei rapporti al cambio veniva limitato a sei) che nel regolamento sportivo (passavano da 6 a 10 i piloti che raccoglievano punti in gara, ma continuavano ad essere calcolati gli scarti).

Ricordiamo alcuni eventi di quell’anno che, seppur in diversa misura, hanno inciso sulla storia del Campionato del Mondo:

  • la tragica scomparsa durante le prove del Gran Premio della Germania dell’Est di Bill Ivy, deceduto a causa del grippaggio del motore della sua Jawa350;
  • il titolo della “quarto di litro” conquistato da Kel Carruthers su Benelli, ultimo di una moto a quattro tempi/quattro cilindri nella 250; a partire dal 1970 per i motori delle 125 e delle 250 scatterà il limite dei due cilindri;
  • il Gran Premio delle Nazioni non si disputò, per la prima volta dal 1949, a Monza ma ad Imola; ciò provocò l’ira del Conte Domenico Agusta che non fece partecipare le sue moto all’evento;
  • un altro evento, che ebbe risvolti significativi sull’esito del Campionato della 250, fu la caduta di Renzo Pasolini nel corso delle prove della 350 che gli procurò la frattura di una clavicola impedendogli di partecipare anche ai due successivi Gran Premi, Francia e Tourist Trophy, compromettendogli le possibilità di concorrere per il titolo iridato.

Nella classe 50 ricordiamo il primo titolo iridato di Angel Nieto e della Derbi; un campionato molto combattuto che vide come più accaniti oppositori di Nieto due piloti olandesi, Aalt Toersen su Kreidler e Paul Lodewijkx con l’artigianale Jamathi.

Della classe 125 abbiamo già parlato per ricordare l’oggetto di queste note, ovvero la prima storica vittoria iridata della Kawasaki. La conquista del titolo fu netta e meritata con 8 vittorie e due secondi posti sulle 11 prove disputate, ma è giusto ricordare che fu agevolata anche dalla assenza delle squadre ufficiali degli altri tre costruttori nipponici.

Come nella classe 50, anche nella classe 250 in titolo fu oggetto di un acceso confronto; si sviluppò infatti una lotta a tre tra Kel Carruthers (Benelli), Kent Andersson (Yamaha) e Santiago Herrero (Ossa) con Renzo Pasolini, inizialmente maggior candidato alla vittoria, a fare da ago della bilancia. Il titolo verrà assegnato solo all’ultimo GP, in Jugoslavia, a Carruthers che darà alla Casa di Pesaro il secondo titolo mondiale della sua storia dopo quello di Ambrosini del 1950.

Giacomo Agostini e la MV Agusta dominarono nelle classi 350 e 500; i secondi classificati, Silvio Grassetti nella 350 (Yamaha e Jawa) e Gyula Marsovszky nella 500 con l’artigianale LinTo, finirono il campionato con la metà dei punti di Agostini.

L’articolo Campionato del Mondo 1969 – L’11 maggio, al Gran Premio di Germania, anche la quarta delle 4 sorelle, la Kawasaki, conquista la sua prima vittoria iridata proviene da ItaliaOnRoad – Rivista Italia Motori.

Campionato del Mondo 1969 – L’11 maggio, al Gran Premio di Germania, anche la quarta delle 4 sorelle, la Kawasaki, conquista la sua prima vittoria iridata